CGIL – MERCOLEDI’ 3 APRILE p.v. dalle ore 16.00 alle 18.00 – Funzioni Locali – Conosci la tua BUSTA PAGA

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Funzioni Locali – Conosci la tua BUSTA PAPA

MERCOLEDI’ 3 APRILE p.v. dalle ore 16.00 alle 18.00

CATEGORIA: Formazione sindacale
DURATA: 2 ore
INIZIO: Aprile 3, 2024
ISCRIZIONI: dal 21 marzo alle ore 14.00 del 2 aprile
CORSO SEDE: On line

Obiettivo
Il corso si propone di fornire gli elementi essenziali per leggere la busta paga e saper individuare le sue componenti principali, fisse o variabili

Programma
cos’è la busta paga
di quali elementi si compone
le voci a favore del/della dipendente
le trattenute
le specifiche sul contratto FUNZIONI LOCALI

Sarà possibile iscriversi dal 21 marzo alle ore 14.00 del 2 aprile, pena l’esclusione dal corso.

Attenzione – il corso è riservato alle iscritte e agli iscritti CGIL

Se non sei iscritto/a, per partecipare contatta le rappresentanze del tuo posto di lavoro..

Gli attestati di partecipazione saranno scaricabili esclusivamente se presenti in aula virtuale per l’intera durata del corso.

OLIMPIADI AZIENDALI E QUESITI ESISTENZIALI

I dipendenti pubblici hanno (ahinoi) avuto recentemente a che fare con la famigerata piattaforma “Syllabus”, la piattaforma di formazione governativa “dedicata al capitale umano delle PA” che si è posta l’ambizioso obiettivo di “sviluppare le competenze e rafforzare le amministrazioni” come annuncia fastosamente la home page del sito internet dedicato (https://www.syllabus.gov.it/portale/web/syllabus ). Finanziata da fondi europei, è divenuta tristemente nota nel nostro ente come quella piattaforma su cui seguire “i corsi di corsa” vista l’obbligatorietà del superamento degli stessi, ed il poco tempo a disposizione per poterli svolgere. Aldilà della disorganizzazione organizzativa (in parte nazionale, in parte locale) che ha creato non pochi disagi ai dipendenti, la piattaforma in questione è recentemente tornata alla ribalta per via dell’iniziativa Ministeriale denominata “OLIMPIADI SYLLABUS” ovvero una “iniziativa premiale ideata dal Dipartimento della Funzione Pubblica per favorire e incoraggiare la crescita formativa e culturale dei dipendenti della Pubblica Amministrazione” con tanto di Regolamento Ministeriale (il link per leggere il testo completo lo trovate qui https://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/Regolamento_olimpiadi_Syllabus.pdf) che disciplina modalità di espletamento delle prove, assegnazioni dei punteggi e persino i premi ed i cotillon, con “una medaglia di color d’oro, d’argento e di bronzo” per i primi 3 classificati, i quali avranno persino l’onore di essere “premiati dal Ministro per la pubblica amministrazione.” (art. 5 comma 1-3 del Regolamento).
Proprio lui, il Ministro Zangrillo, storico Dirigente d’azienda nel settore Risorse Umane, non può non ricordare il Ragioner Fonelli, malefico “Mega Direttore Naturale del Personale” della saga Fantozziana, il quale coartava sadicamente i dipendenti a partecipare alle olimpiadi aziendali per il proprio sollazzo.
Aldilà delle similitudini tragicomiche tra le due vicende, situazioni come queste ci fanno sorgere delle domande, la prima delle quali è cosa siamo disposti a fare pur di lavorare? una domanda che, condividendo le riflessioni esposte recentemente dallo scrittore e drammaturgo Stefano Massini, ci appare agghiacciante: ad esempio, se sei un giovane laureato ad inizio carriera sei disposto a sgobbare da mattina a sera mettendo le tue competenze, il tuo impegno le tue risorse sul lavoro che poi firmano altri? Accetti che il tuo lavoro venga usato, che non ti venga riconosciuto, spesso non (o mal) pagato? Se sei un lavoratore che il posto lo rischia, che cosa sei disposto a fare o sentirti dire pur di mantenere il posto di lavoro? Ancora, se sei una donna lavoratrice, cosa sei disposta a sentirti dire e a sopportare quotidianamente pur di lavorare? Infine se sei un operaio, quanto sei disposto a mettere la tua vita in pericolo pur di lavorare, in un paese in cui le morti sul lavoro sono più di 1.000 all’ anno?
La seconda domanda che ci sorge spontanea, come conseguenza diretta della prima è: cosa è diventato oggi il lavoro in Italia? il lavoro oggi in Italia è verosimilmente diventato un prodotto, un prodotto svilito, svuotato di ogni sua dignità, di ogni sua forza morale, culturale e sociale. L’unica caratteristica che pare non abbia perso è l’utilità: l’unica utilità del lavoro attualmente sembra essere il raggiungimento dell’obiettivo, del “risultato finale” calato dall’alto sulla testa del sottoposto: poco importa se l’obiettivo non è condiviso, se è ai limiti della legittimità o della opportunità (ed in tal caso guai a farlo notare, il rischio è quello di passare per “poco disponibile”), se i meriti vanno altrove, o se mette in pericolo la nostra incolumità: chi ne esce con le ossa malconce è naturalmente sempre il lavoratore, impoverito economicamente e moralmente, avvilito professionalmente, condannato ad una competizione che tende a sfociare in una “lotta tra poveri” (alla faccia delle Olimpiadi e di de Coubertin), la quale finisce sempre prevedibilmente per premiare chi esegue senza sollevare alcuna obiezione, chi considera attività ordinaria svolgere straordinari, chi decide volutamente di ignorare i propri diritti, chi accetta passivamente che la competizione prenda il posto della collaborazione, insomma: tutti coloro che oltre ad essere disposti a fare di tutto pur di lavorare, scelgono di tollerare di tutto pur di lavorare.
Questo cortocircuito del sistema lavoro in Italia, che avanza incontrastato da almeno mezzo secolo, ha già prodotto effetti devastanti: la selezione della classe dirigente del nostro Paese risente inevitabilmente della sottocultura lavorativa che premia la disponibilità stacanovista a scapito della professionalità, e di una cultura del lavoro così tanto degradata al punto di apparire inesistente. A farne le spese l’interesse generale ed il progresso.
Come accade dall’alba dei tempi, l’unica cosa che l’uomo può fare quando si sente smarrito, è alzare gli occhi al cielo per cercare la stella polare che gli indichi la via, nel nostro caso rappresentata dalla Costituzione, la quale, pone il lavoro a fondamento della Repubblica (articolo 1), lo inquadra come attività finalizzata a concorrere al “progresso della società” (articolo 4), cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori (articolo 35), assicura il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro al fine di assicurare al lavoratore ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa (articolo 36). A 76 anni dalla sua entrata in vigore, la nostra stella polare appare tristemente più distante e sfocata che mai.

CHE COSA SEI DISPOSTO A FARE PUR DI LAVORARE ? – il racconto di Stefano Massini

https://www.la7.it/piazzapulita/video/cosa-sei-disposto-a-fare-pur-di-lavorare-il-racconto-di-stefano-massini-14-03-2024-531502

“Alcuni giorni fa un tribunale nel nord Italia ha condannato un uomo, un uomo che faceva il datore di lavoro dentro un’azienda e per far lavorare alcuni dipendenti si faceva pagare; cioè, questi per essere assunti lo pagavano e lo pagavano anche per essere mantenuti poi su quel luogo di lavoro; ‘eh, ma io soldi non ce li ho, come faccio a darteli?’, ‘non importa, me li dai 100 euro al mese, però per lavorare mi paghi,’; che cosa è diventato oggi il lavoro?; il lavoro oggi è diventato un PRODOTTO, è stato svilito, è stato svuotato di ogni sua dignità, di ogni sua forza morale, culturale sociale, il lavoro oggi è diventato qualcosa che pur di averlo sei disposto addirittura a pagare; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; questa è una domanda agghiacciante; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; ma potremmo leggere l’intero mondo del lavoro soltanto attraverso questa lente, che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; se sei un giovane, se sei all’inizio, che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; sei disposto a sgobbare da mattina a sera mettendo sempre il tuo impegno le tue risorse sul lavoro che poi firmano altri ?; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; se sei un laureato, sei disposto a passare sopra le tue mansioni, a passare sopra la tua competenza, ad andare sotto questo grande camuffamento del workshop, dello stage, a lavorare all’interno di un luogo di lavoro dove il tuo lavoro viene usato e dove non ti viene riconosciuto e non usare chiedere: ‘potrò un giorno avere un posto di lavoro anch’io, potrò essere regolarizzato ?’; ti viene risposto: ‘chissà, vediamo, poi vediamo, tu intanto continua a lavorare’; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; se sei uno che il lavoro lo perde, che cosa sei disposto a sentirti dire pur di rimanere dentro il mondo del lavoro ?; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ? perché lo sanno che hai una famiglia a casa, che hai un muto da pagare; e allora ti ricatteranno; che cosa sei disposto a fare pur di mantenere il posto di lavoro?; che cosa sei disposto a fare se sei un immigrato in cerca di lavorare ?; che cosa sei disposto a fare se sei un carcerato, appena uscito che cerca di reintrorsi nella società e ti viene detto che tutti quanti ti accolgono e ti aprono le braccia, ma poi, ma poi nella realtà sono tutte stronzate; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; che cosa sei disposta a fare se sei una donna, sei disposta a vedere i doppi sensi, a sentire le battute, a essere continuamente sotto mansionata, sotto stimata sotto pagata e un elenco ancora, avanti, avanti ancora, di sotto, sotto, sotto, sotto, sotto, sotto; sei disposta, se vai nel posto di lavoro, a sentirti dire che la maternità che avrai sarà una specie di offesa, di oltraggio al datore di lavoro che non meritava di essere trattato così ?; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; sei disposto a entrare in un luogo di lavoro che è diventato sempre più spesso una gara, una lotta, un rodeo, un manuale di sopravvivenza, al punto tale che molti Stati del mondo, sono in molti ormai ad essere affetti dalla cosiddetta sindrome del burnout, che riguarda coloro che ormai lavorano senza limiti di orario, senza limiti di tempo, che lavorano continuamente a oltranza; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; che cosa sei disposto a TOLLERARE pur di lavorare ?; se esistesse oggi una sinistra, dovrebbe occuparsi di questo, dovrebbe proprio occuparsi del SIGNIFICATO della parola LAVORO, dovrebbe occuparsi della CULTURA DEL LAVORO che oggi a dirla sembra quasi una bestemmia; che cosa sei disposto a tollerare pur di lavorare ?; la mancata sicurezza, la manutenzione dei macchinari non fatta ?; che cosa sei disposto a rischiare pur di lavorare ?; di morire sul posto di lavoro, come fanno ormai una media di 3 o 4 persone Al GIORNO ?; che cosa sei disposto a fare pur di lavorare ?; l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro … CANCELLA … l’Italia è una repubblica fondata sul RICATTO !”

UN LAVORO DA CANI

Buongiorno a tutte e tutti,

Nelle ultime settimane abbiamo (ahinoi) visto moltiplicarsi il nome di Corsico su articoli e TG nazionali in relazione a tematiche diverse (investigatori privati che seguono i dipendenti, cani da compagnia in ufficio). Questa circostanza potrebbe apparire una curiosa casualità, tuttavia ad occhio più attento, sembrerebbe il frutto di una strategia comunicativa “nuova” adottata da questa Amministrazione Comunale, mirata presumibilmente ad arginare l’emorragia di consensi che la preoccupa a metà del mandato elettorale.

Non è certamente compito della RSU questionare il merito delle scelte politiche di chi governa la città, lo diventa però quando le scelte accalappia-consensi vengono adottate utilizzando i lavoratori dell’Ente quali mezzi per conseguire il fine.

Molto si è detto e scritto sulla questione dell’investigatore privato messo “alle calcagna” di dipendenti definiti come “palesemente scorretti” sulla base di non meglio definite spifferate delatorie da parte di altri colleghi: non è nostra intenzione sviluppare considerazioni ulteriori su tale triste vicenda, ci limitiamo a sottolineare che questa è la stessa Amministrazione che accusa noi di avere “poca fiducia” in sede di trattativa. Con queste premesse qualsivoglia osservazione aggiuntiva sulla questione appare superflua, e la lasciamo all’intelligenza di chi leggerà queste righe.

In questa sede vogliamo soffermarci sul “REGOLAMENTO PER L’ACCESSO E LA GESTIONE DEI CANI DEI DIPENDENTI NEI LUOGHI DI LAVORO”, adottato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 93 del 24/08/2023 e alla quale è stato dato molto risalto mediatico: ad interessarsene per ultima anche RAI NEWS 24, con un recente servizio che è possibile visionare cliccando qui.

Nelle premesse del provvedimento adottato dalla Giunta si riportano le conclusioni di recenti studi volti a valutare l’impatto che può avere la presenza di un animale da compagnia nei luoghi di lavoro, i quali hanno evidenziato che poter tenere un cane in ufficio contribuisce a ridurre lo stress lavorativo; viene ricordato inoltre che esistono esperienze analoghe nell’ambito sia di società private che di Amministrazioni Pubbliche, che promuovono la possibilità di portare i propri cani in ufficio quale “benefit aziendale” a vantaggio dei propri dipendenti; si specifica che sono pervenute richieste da parte dei dipendenti del Comune di Corsico riguardo la possibilità di consentire l’accesso del proprio cane nel luogo di lavoro, al fine di garantirne la gestione e la cura durante la permanenza in ufficio; infine si conclude asserendo che è volontà di questa Amministrazione attuare politiche di gestione del personale orientate al benessere dei propri dipendenti nel luogo di lavoro.

Riteniamo condivisibili, in tutto o in gran parte, alcune di queste affermazioni, così come siamo certi che altre confliggano con la realtà che i dipendenti dell’Ente Comune di Corsico vivono quotidianamente.

Infatti le lavoratrici e i lavoratori del Comune di Corsico sono, ormai da diversi anni, in grandissima difficoltà lavorativa: gravemente sotto organico, sommersi, conseguentemente, da una enorme mole di lavoro da svolgere, con gravi carenze organizzative e gestionali, con lacune di dotazioni strumentali e tecnologiche, costantemente sotto pressione per la frustrante consapevolezza di riuscire a portare a termine, nonostante l’impegno profuso, solo una parte di quanto necessiterebbe, quotidianamente travolti dalle emergenze, dove l’ultima in ordine cronologico sostituisce l’emergenza precedente, senza riconoscimenti professionali, senza progressioni orizzontali, senza prospettive di carriera (nella stragrande maggioranza dei casi), pagati con uno misero stipendio, sempre più in difficoltà visto il costante e sensibile aumento dei prezzi e del costo della vita e, come se non bastasse, con una pesante decurtazione economica (ad oggi) del proprio Fondo del salario accessorio, e in relazione a questo aspetto è stato indetto lo stato di agitazione ad ora sospeso in attesa del prossimo incontro del 16/11 p.v., insomma… una condizione che una volta, quando i nostri amici a quattro zampe conducevano una vita stentata e piena di sacrifici, veniva definita “da cani”.

In ragione di quanto esposto, essendo la dichiarata volontà dell’Amministrazione quella di attuare politiche di gestione del personale orientate al benessere dei propri dipendenti nel luogo di lavoro, ci vengono spontanee alcune domande:

  • nella direzione e alla ricerca del benessere lavorativo dei dipendenti, come mai si è data priorità (nonché tanto risalto mediatico) ad una iniziativa che interessa una decina di dipendenti su un totale di circa 170?; per il benessere lavorativo degli altri 160 dipendenti, l’Amministrazione cosa ha pensato di mettere in campo?;
  • nella direzione e alla ricerca del benessere lavorativo dei dipendenti, tra le varie azioni e iniziative da mettere in campo, come mai non è stata presa in considerazione la possibilità, (magari in parallelo rispetto al provvedimento adottato) di aumentare il ricorso allo smart working, come proposto illo tempore dalla RSU? Perché il poter lavorare maggiormente da “casa” non è stata considerata una valida soluzione allo stare maggiormente vicini al proprio animale domestico? Su questo punto è il caso brevemente di ricordare che l’accordo “al ribasso” attualmente in vigore sullo sw è stato siglato dall’amministrazione con la firma delle sole sigle sindacali CISL e UIL, contro il volere della RSU e della CGIL, in quanto l’attuale accordo lascia molta discrezionalità al dirigente circa la quantità dei giorni che un lavoratore del Comune può svolgere in sw, che mediamente si attesta sui 4 mensili (una giornata a settimana); è solo il caso di ricordare che sul tema l’Osservatorio del Politecnico di Milano ha condotto uno studio i cui risultati parlano dei vantaggi dell’espletamento delle giornate lavorative da remoto, innanzitutto sotto il profilo ambientale, in quanto anche solo due giorni di lavoro a settimana da remoto evitano l’emissione di 480 kg di Co2 all’anno a persona; i lavoratori che svolgono lo sw presentano livelli di benessere ed engagement più alti dei lavoratori tradizionali in presenza, proprio perché più in grado di conciliare i tempi vita-lavoro; infine, l’Osservatorio del Politecnico cita i numeri: nel 2023 i lavoratori da remoto nel nostro paese si assestano a 3,585 milioni, in leggera crescita rispetto ai 3,570 milioni del 2022, ma ben il 541% in più rispetto al pre-Covid; nel 2024 si stima saranno 3,65 milioni gli smartworker in Italia; la maglia nera, come spesso accade quando trattasi di innovazione, è indossata dalle PA, il cui 20%, ignorando il trend nazionale, non sa come evolverà l’iniziativa, una titubanza che si avverte soprattutto nelle organizzazioni di minore dimensione; su questo il Comune di Corsico non fa eccezione, in barba agli studi scientifici che ne dimostrano l’efficacia su più livelli (a quanto pare le evidenze scientifiche si limitano ad andar bene solo quando riguardano i nostri amici a quattro zampe);
  • nella direzione e alla ricerca del benessere lavorativo, esiste una Delibera di Giunta Comunale che, invece, regolamenti, con identica passione ed enfasi, l’accesso sul luogo di lavoro di FIGLIE/FIGLI dei dipendenti dell’Ente Comune di Corsico?; diversi genitori, infatti, soprattutto durante i periodi festivi e di chiusura delle scuole, sono investiti dalla problematica della gestione dei propri figli, non potendo appoggiarsi ai parenti (spesso i nonni) o spendere copiose cifre per babysitter o centri privati; l’Ente Comune di Corsico si preoccupa di essere dog-friendly, ma non si preoccupa di essere children-friendly?;
  • nella direzione e alla ricerca del benessere lavorativo, come si concilia la già menzionata Determina Dirigenziale n. 777/2023 avente per oggetto l’AFFIDAMENTO SERVIZIO DI ATTIVITÀ INVESTIGATIVA?; far sentire i propri dipendenti “attenzionati” o “attenzionabili” (termini ultimamente molto in voga nell’Ente e utilizzati alla bisogna) significa preoccuparsi del loro benessere e far lavorare loro in un “clima più sereno e, quindi, produttivo”?;
  • nella direzione e alla ricerca del benessere lavorativo, come si spiega il fatto che nonostante tale dichiarato impegno dell’Amministrazione, vadano a lavorare altrove più dipendenti di quanti ne arrivino e che spesso i neoassunti dopo poco migrino verso Enti più appetibili? dobbiamo forse ritenere fallimentare tale impegno?.

Conoscendo l’Amministrazione non ci aspettiamo alcuna risposta concreta ai quesiti (a questo punto, meramente retorici) posti in questa sede, ci limitiamo a far notare come mentre da un lato c’è la sovra esposizione mediatica e la propaganda, dall’altra ci sono le vere politiche di gestione del personale orientate in modo serio al benessere dei propri dipendenti e, di queste ultime nell’Ente Comune di Corsico non vi è traccia, anzi vi è la certezza di plurime azioni (consapevoli o meno) che finora hanno sortito l’effetto diametralmente opposto.

È con queste tristi ma doverose premesse che attendiamo la proposta di quantificazione del Fondo che la parte datoriale si è impegnata a presentare entro domani 14 novembre; solo dopo tale proposta potremo capire se il benessere dei lavoratori è realmente negli obiettivi programmatici di questa Amministrazione; visto quanto finora mostrato, le perplessità sono numerose.

UN LAVORO DA CANI.pdf

Cordiali saluti

ASSEMBLEA DI SETTORE POLIZIA LOCALE – 15/11 p.v.

Si informa che è stata indetta una ASSEMBLEA DI SETTORE, con la sola RSU, da svolgersi in presenza, per la POLIZIA LOCALE (anche amministrativi) c/o la sala riunioni del comando il giorno mercoledì 15/11 p.v. dalle ore 14:00 alle ore 15:30.

Ordine del Giorno:

  • allarme stress psico-fisico causa carichi di lavoro per mancanza di personale;
  • varie ed eventuali.

Cordiali saluti

Usa, lo sfogo della tiktoker: “Lavorare dalle 9 alle 17 è troppo, non ho più una vita”

In un video divenuto virale in questi giorni, la TikToker americana Brielle Asero si lamenta del fatto che 8 ore al giorno più il tempo che impiega per andare e rientrare dall’ufficio, la rendono infelice, non permettendole di avere abbastanza tempo libero per coltivare le sue passioni e stare con le persone che ama. In molti commenti è stata criticata venendo definita “sciocca”, “viziata”, “fuori dal mondo”.

Ma è realmente così? La ragazza ha 21 anni, si è appena affacciata al mondo del lavoro, la sua è stata probabilmente una reazione istintiva e forse un po’ ingenua: resta il fatto che questa ragazza ha detto esattamente tutto quello che noi pensiamo, tuttavia senza avere il coraggio di esprimerlo a voce alta: il modello lavorativo attuale rende infelici. Siamo abituati a lavorare 8 ore al giorno per 5 giorni su 7, diamo per scontato questo modello pensando che le cose non possano cambiare. Tuttavia, gli orari ed i ritmi lavorativi sono cambiati continuamente nel corso della storia e, con ogni probabilità, cambieranno ancora. Fino agli inizi del 900 in Italia era la prassi lavorare 10-12 ore giornaliere. Da circa cento anni la giornata lavorativa è in media di 8 ore, ma ci sono già diversi Paesi (o aziende) che stanno adottando nuovi modelli come l’aumento delle giornate lavorative in Smart Working, la settimana lavorativa corta o riducendo il numero totale di ore, come ad esempio l’Olanda, l’Austria e la Norvegia dove la media è inferiore alle 35 ore settimanali. In Giappone, secondo un recente studio del governo, l’8% delle aziende ha offerto fino ad ora più di due giorni liberi garantiti a settimana. L’iniziativa è partita nel 2019 da Microsoft Giappone, che mostrato un aumento della produttività del 40%, una riduzione dei consumi di energia elettrica del 23% e di carta del 59%.

La storia ci insegna che cambiare è possibile, ma le conquiste non piovono dal cielo, bisogna lottare per ottenerle.

CGIL e UIL – SCIOPERO del 17 novembre 2023

SULLE PENSIONI SEMPRE PEGGIO! Con la Legge di Bilancio il Governo cancella ancora una volta il diritto ad una pensione dignitosa per i dipendenti pubblici.

Clicca qui per scaricare il volantino

Landini: “Il governo? Tutte promesse non realizzate
“Una finanziaria che aumenta le tasse e colpisce salari e pensioni”, dice il segretario generale Cgil alla Stampa: “Lo sciopero nazionale è solo l’inizio”
https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/landini-il-governo-tutte-promesse-non-realizzate-wac7i7cz

Sanremo, vigile timbrò cartellino in slip: per lui reintegro e mega risarcimento

Esprimiamo la nostra vicinanza e anche le nostre più sentite scuse, nella speranza possano essere accettate, a questo collega del Comune di Sanremo, salito alle cronache nazionali (e forse anche internazionali) nel 2015 come plastico esempio di ‘FURBETTO DEL CARTELLINO’, quindi di ‘TRUFFATORE’ ai danni della collettività. Dopo 8 anni, dopo una vita rovinata, pur essendo riuscito a trovare le forze per reagire (cosa non da tutti), oggi si scopre che non solo NON ERA COLPEVOLE, ma che era un DIPENDENTE MODELLO.


Questa storia casca a fagiolo, perché certifica che dopo la DD 777/2023 – quella dell’investigatore privato – nel Comune di Corsico NESSUNO può sentirsi al sicuro, NESSUNO, neppure i ‘dipendenti modello’, perché ci vuole veramente un attimo a essere buttati nel tritacarne dei media, e passare per ladro di soldi pubblici anche da innocenti. Tutti dovremmo chiedergli scusa, in primis il Comune di Sanremo che, invece, non solo non lo fa, ma pare, pare, non abbia alcuna intenzione di reintegrarlo.

Ci si chiede su chi ricadrà il costo del doveroso risarcimento al collega, ma la domanda rientra nel novero di quelle retoriche, visto che la risposta possiamo immaginarla tutti.

Si è sentito parlare in trattativa decentrata di “fiducia”. Su questo pilastro dovrebbe poggiare un corretto rapporto tra datore di lavoro e dipendenti, ma è un pilastro che non può avere una base unilaterale e che deve essere costruito da ambo le parti.

RSU Comune di Corsico

STUPORI STUPIDI – nota RSU in risposta al Comunicato CISL e UIL

Di seguito si riporta il comunicato RSU inviato a tutti i dipendenti dell’Ente, in risposta alla comunicazione di CISL e UIL, fatta pervenire in maniera alquanto inusuale ai lavoratori mediante la mail istituzionale dell’ufficio Risorse Umane

STUPORI STUPIDI

Buongiorno a tutte e tutti,

alla luce del comunicato sottoscritto dalle sigle CISL e UIL e diffuso (in maniera a dir poco “inusuale”, dalla casella mail istituzionale dell’Ufficio Risorse Umane dell’Ente) in data 26/10/2023, ci sembra doveroso dover effettuare alcune precisazioni, al fine di fornire una informazione completa e veritiera ai dipendenti del Comune, in nome e per conto dei quali esercitiamo il nostro mandato.

Il comunicato congiunto di CISL e UIL definisce la decisione di lasciare il tavolo della trattativa da parte di CGIL, CSA e RSU (a maggioranza) nell’ultima seduta della trattativa per la definizione del contratto decentrato, una scelta effettuata “per partito preso”, che avrebbe lasciato loro “stupidi” (verosimilmente volendo intendere di essere rimasti “stupiti”, chissà Freud cosa direbbe…).

E’ nostro dovere di rappresentanti dei lavoratori del Comune ricordare, che nell’ultimo contratto nazionale CCNL – Funzioni Locali è messo nero su bianco, all’articolo 8 comma 4, dal titolo “Contrattazione collettiva integrativa: Tempi e Procedure” che:

“Al fine di garantire la piena funzionalità dei servizi e la puntuale applicazione degli istituti contrattuali, la sessione negoziale […] va avviata entro il primo quadrimestre dell’anno di riferimento […] Nell’ambito di tale sessione negoziale, l’Ente fornisce una informativa sui dati relativi alla costituzione del fondo di cui all’art. 79 (Fondo risorse decentrate: costituzione)”.

Come ricordato anche nel comunicato diffuso dopo l’incontro avuto con la parte datoriale in data 23/10/2023, l’amministrazione alle idi di ottobre si è presentata al tavolo della trattativa senza alcuna proposta concreta sulla parte economica (mancano ad oggi i 160.000 euro sul fondo, manca lo stanziamento delle risorse aggiuntive previste dal contratto nazionale (0,22% del MS del 2018), manca la delibera riguardante le progressioni orizzontali). L’atteggiamento della parte datoriale è stato quello di prendere tempo (dopo l’assemblea del 26/09, effettuati tavoli di trattativa il 05/10, il 16/10 e il 23/10 u.s., senza ottenere quanto richiesto) cercando in tutti i modi di procrastinare la discussione, con impegni generici e verbali, sulla base dei quali le parti sindacali avrebbero dovuto “fidarsi”. (Si, questa amministrazione ha davvero chiesto a noi di fidarci, avete letto bene).

Alla luce di quanto visto, abbandonare il tavolo per far assumere all’amministrazione impegni concreti con scadenze concordate ed inderogabili dinanzi al Prefetto, ci è sembrato non solo doveroso, ma il “minimo sindacale” per poter ritenere noi stessi all’altezza dell’importante ruolo che i lavoratori ci hanno affidato, rappresentare i loro diritti. Ancora oggi, all’inizio del tentativo di conciliazione svoltosi in Videoconferenza dinanzi al Prefetto di Milano, l’amministrazione ha tenuto un atteggiamento discutibile sul tema, sostenendo che “[…]l’importo di 161.000 euro; tali somme non sono un diritto acquisito, ma si valuterà di reinserirle in base a come andrà la trattativa con parte sindacale.[…]” (Verbale Tentativo Obbligatorio di Conciliazione del 27/10/2023, pagina 2).

Nonostante queste dichiarazioni iniziali, e grazie anche alla mediazione del Vice Prefetto Aggiunto, l’incontro richiesto da RSU CGIL e CSA è riuscito ad ottenere un primo risultato: entro le ore 15:00 del 14/11/2023 l’amministrazione si è impegnata ufficialmente ad inviare la proposta di risorse per il fondo dei dipendenti, e una propria proposta sulla possibile destinazione dello stesso.

La scrivente RSU non ha esitato neanche un attimo sul da farsi, e questo non solo perché fermamente convinta che la via seguita fosse la migliore per la tutela dei diritti dei lavoratori dell’Ente, ma anche e soprattutto perché non avrebbe mai potuto disattendere la linea votata all’unanimità nell’assemblea dei lavoratori tenutasi il 26 settembre 2023, la quale, è bene ricordarlo, ha dato mandato alla RSU l’indizione dello stato di agitazione qualora non vi fosse stata disponibilità e apertura dalla parte datoriale rispetto alle richieste sopra menzionate.

Il 14 novembre p.v. dalle 15:01 ci impegneremo a valutare la proposta dell’amministrazione, il nostro stato di agitazione non è chiuso, ma solo sospeso, in attesa della documentazione.

Visto quanto accaduto nell’ultimo mese, viene naturale chiedersi a questo punto CHI rappresentino nel Comune di Corsico sigle sindacali come la CISL e la UIL, le quali ancora ieri, nel loro comunicato, hanno messo nero su bianco di “non aver rilevato alcun motivo per abbandonare il tavolo”, dimenticando (o peggio ancora, decidendo di ignorare) la volontà espressa dalle lavoratrici e dai lavoratori in assemblea, con voto unanime.

A nostro modo di vedere, il tanto sbandierato atteggiamento “incendiario” tenuto dalle 2 sigle in assemblea, che si trasforma in fare da stampella alla parte datoriale negli incontri per la trattativa, sottoscrivendo accordi al ribasso contro la volontà di RSU e lavoratori (es. accordo a ribasso sullo smartworking) è quanto di più incoerente possibile per chi ambisce a rappresentare i dipendenti del Comune di Corsico.

Ai lavoratori di questo Ente lasciamo il giudizio su quali comportamenti dovrebbero lasciare “stupiti”, e quali invece, possono essere definiti “stupidi”.

RSU Comune di Corsico